05 Feb 2014
Scuola Sindacale, come e perché. Ce lo spiega Luca Scatena

Abbiamo posto alcune domande a Luca Scatena, responsabile del Dipartimento Formazione della Fiba Cisl Toscana, su come e perché un Sindacato di lavoratori dovrebbe fare una "scuola" e non un "apprendistato" per Sindacalisti.


- Addirittura una Scuola Sindacale. Se ne sentiva davvero il bisogno?

Mi sembra una domanda posta in modo un tantino ironico.
Comunque chi crede di saper tutto o di aver capito già tutto di quello che succede e succederà, mi sembra che abbia un'idea arrendista rispetto alla realtà e soprattutto senza speranza.
La scuola riattiva la curiosità, ci fa sentire forse inadeguati ma utili ed è il mezzo per rimetterci in discussione in modo attivo e propositivo con l'intento di non accettare il peggio che ci può capitare e che sovente reputiamo ineludibile, ma di ricercare soluzioni. Chi rappresenta gli "altri"ha il compito di cercare soluzioni non sempre e solo mutuandole dalle esperienze del passato, ma anche congegnandole in modo innovativo e creativo.
Un Sindacato, quindi, che torna a studiare e che può davvero "mettere paura" alle parti datoriali e ri-diventare riferimento competente per concretizzare i bisogni e le aspettative di chi lavora.

- Ma non bastavano i corsi di formazione ? Che c'è di diverso?

Intanto c'è da dire che ci sono corsi e corsi! I nostri sono veramente "toghi".
Di diverso, poi c'è che noi abbiamo scelto di sviluppare nel nostro Quadro Dirigente tutto quel complesso di competenze trasversali che aiutano a saper sempre trovare comportamenti e soluzioni per gestire e valorizzare lo "scarto" tra cosa vorremmo e ciò che invece è possibile in un determinato contesto. Corsi improntati ad "arricchire" il sindacalista e le sue capacità di resistere alle derive negative che oggi sembrerebbero, altrimenti, inesorabilmente prevalere. Nessun"corsificio", quindi, bensì una palestra a sostegno della persona e della sua progettualità a difesa del lavoro e di chi lavora.

- Com'è organizzata la scuola? Esiste un vero e proprio piano di studi?

Si tratta di alternare sessioni in aula alla partecipazione ad eventi significativi selezionati tra le opportunità offerte da altri soggetti che operano nella società civile ai quali decidiamo di aderire o partecipare in quanto co-responsabili della progettazione. Tutto può e deve essere scuola o motivo di confronto dialettico.
Il programma segue o anticipa gli argomenti che sono o potrebbero diventare di volta in volta centrali nell'attività dei settori bancario/assicurativo e non solo.
I partecipanti non sono divisi per target prestabiliti; gli argomenti, gli obiettivi sono proposti ed affrontati in modo da non far prevalere le differenze di competenza iniziale, ma per far emergere nuove dinamiche collaborative e risolutive che possano sollecitare l'apporto solidale tra chi partecipa. L'obiettivo non è tanto selezionare i "saperi" e le esperienze, quanto metterle a disposizione di tutti gli altri.

- Qual è la figura tipo dell'utente a cui la scuola si rivolge?

Basta essere Dirigenti sindacali della Fiba Cisl Toscana, vecchi o giovani, esperti e non, per aver pieno diritto di partecipazione alla Scuola. In una fase della storia dove tutto cambia con velocità e radicalità tutti, infatti, hanno bisogno di ri-convertirsi all'esercizio di un ruolo delicato e complesso com'è quello del Sindacalista.
La Scuola quindi dedica la sua attenzione a ciascun sindacalista Fiba, nessuno escluso, purché non abbia la superbia di credersi ormai "arrivato"fino al punto di autoescludersi.

- Corsi organizzati da sindacalisti per sindacalisti. Non vi sembra di limitarvi a cantarvele e suonarvele? Sicuri che sia tutta qui la realtà?

La "mission" della Scuola è esattamente il contrario di una visione autoreferenziale.
È ovvio che le migliori "teste" del Sindacato noi le vogliamo utilizzare. Non ci limitiamo, però, a questo! Ogni occasione formativa presenterà dei Testimoni esterni al nostro mondo, magari persone che sul medesimo argomento presentano posizioni non concilianti e che possono ampliare, con il loro punto di vista, la nostra competenza e consapevolezza lasciandoci, però poi, la libertà di scelta.
Il nostro obiettivo primario non è tanto quello di affermare che siamo i migliori, ma piuttosto quello di aprirci ad una visione variegata delle analisi e delle possibili soluzioni per affrontare "scenari nuovi" in modo adeguato onorando il mandato di rappresentanza che ci viene da nostri iscritti.

- La scuola ha già prodotto studi o esperienze proprie?

La Scuola è in attività da almeno quattro anni, ha accompagnato nel quadriennio 2009/2012 circa sessanta Dirigenti sindacali che alla fine di questo periodo formativo hanno svolto una loro "tesina" di completamento percorso. Tutti hanno fatto un'esperienza significativa ed a 24 di loro nel Congresso 2013 è stato chiesto di assumere responsabilità nuove e maggiori nei loro Territori o nelle proprie strutture sindacali aziendali.

- Possiamo definire il vostro un progetto pilota, un'esperienza esclusiva, oppure un rimpasto in salsa Toscana di un format già sperimentato altrove?

Un'esperienza simile non c'è nella Cisl e non mi risulta neppure in giro fuori dal Sindacato.
È il tentativo di emulare lo stile della famosa Scuola di Barbiana anche se ovviamente riconosciamo i nostri limiti rispetto alla stupenda esperienza di Don Lorenzo Milani.
Ci anima tuttavia un discreto entusiasmo di far dialogare/confrontare generazioni diverse di Sindacalisti alla ricerca di nuove motivazioni, costruendo insieme percorsi per il futuro, non trascurando di utilizzare la sperimentazione e per aiutare il nostro Gruppo Dirigente ad essere innovativo, coraggioso, competente ed autonomo .

- Quando (cioè al verificarsi di che cosa) la scuola potrà dire che sta producendo i risultati che vi siete proposti?

Il percorso temporale della Scuola si snoda tra un Congresso e quello successivo. Il nostro cammino riguarderà quindi il triennio 2014/2016. Ma già da adesso sappiamo che non potrà esaurirsi con una data. La formazione, e quindi anche la nostra Scuola Toscana, dovranno continuare fino a quando ci sarà bisogno di Sindacato e cioè, temo, per sempre.